Page 30 - Minerva oscura
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'quod non vult Deo et eius regulae subiici (1 2 LXXXIV 2)'. In
questo modo ogni peccato comincia con la superbia, ossia col di-
sprezzo di quella tal legge di Dio, che proibisce quel tal atto. Ma
se in ogni peccato è superbia, vi è anche una superbia di per sè; se
gli altri peccati, come dice Boezio, fuggono da Dio, la superbia
sola a Dio si pone di fronte. E così in vero fece il bellissimo degli
Angeli, che contra il suo fattore alzò le ciglia, e così fecero i Gi-
ganti, che sperimentarono la loro potenza contra il sommo Giove.
Onde l'uno e gli altri ben mi parvero acconci simboli di superbia.
Ma se la superbia di Lucifero si estrinsecò con alzar le ciglia con-
tro Dio, e quella dei Giganti col menar le braccia contra Giove,
come, domandavo io, si estrinseca la superbia degli uomini se-
condo i Padri, i Dottori e Dante? Certo col porsi di fronte a Dio,
col non volere sottomettersi a lui e alla sua regola. Ma poi che tal
regola consiste in molte leggi e precetti cui chi viola, commette
questo o quel peccato, che è mosso bensì da superbia, ma non è la
superbia, io vedeva di non poter profittare nella mia ricerca, se
non riducevo tutte queste leggi e precetti a una legge e a un pre-
cetto solo, che fosse la regola di Dio per l'Uomo, la quale chi vio-
lasse, fosse reo di superbia e non d'altro peccato. Ora, come que-
sta regola, per l'Angelo appena creato, consisteva solo in questo,
di riconoscere da Dio la sua creazione e aspettar lume , ed egli
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non la riconobbe e non lo aspettò e cadde, così per l'Uomo fu
tempo che si riduceva al solo divieto del pomo. Perchè rompere sì
fatto divieto fu, come tutti affermano, superbia? Perchè il Tenta-
tore disse ad Eva: «Dio sa che in qualunque dì mangerete di quel-
lo, s'apriranno i vostri occhi e sarete come Iddii, conoscenti del
bene e del male»? Onde il Poeta
...là dove ubbidia la terra e il cielo,
Femmina sola, e pur testè formata,
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Non sofferse di star sotto alcun velo .
31 Par. XIX 48.
32 Purg. XXIX 25.
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