Page 24 - Minerva oscura
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Tacciolo, acciocchè tu per te ne cerchi .
Ora in questi tre cerchi si espiano l'Avarizia, la Gola, la Lussu-
ria, i quali peccati sono in Inferno puniti, non nei tre cerchietti
che erano ancora da visitare, ma nei tre già visitati prima dello
Stige. È in ciò una corrispondenza, dirò così, esterna, poichè nel-
l'Inferno si parla di ciò che è da vedere e si tace, sulle prime, di
ciò che si è veduto, e nel Purgatorio, al contrario, si parla di ciò
che si è veduto e si tace, almeno in parte, di ciò che è da vedere. E
ciò che si ha a vedere è di sopra ai parlanti, nel Purgatorio, e di
sotto, nell'Inferno, e ciò che si è veduto, al contrario. Ma vi è an-
che una corrispondenza meno materiale e locale; poichè nel Pur-
gatorio Virgilio non dà una particolare definizione dei tre peccati
che si piangono di sopra loro, e lascia che Dante ne cerchi per sè,
mentre nell'Inferno questi medesimi tre peccati Dante aveva chia-
ramente richiamati alla sua mente: 'Quei... Che mena il vento e
che batte la pioggia E che s'incontran con sì aspre lingue', ossia i
peccatori carnali, i rei delle colpe della gola, i rei di non misurato
spendio. Ai quali sono d'aggiungere quei della palude pingue, os-
sia color cui vinse l'ira e che portaron dentro accidioso fummo.
Non parrebbe che il Poeta volesse a noi, come Virgilio faceva a
lui, dichiarare solo quello ch'era necessario, sorvolando su ciò che
non era? Or dunque dichiarare più minutamente nel Purgatorio i
tre peccati di Avarizia, Gola e Lussuria non era necessario? Non
era, e in fatti è cosa che s'intende da tutti, come tripartito si ragio-
na quell'amore. Perchè? Il perchè, nell'economia del poema, non
può essere, se non per il fatto che Dante rispetto a Virgilio, e noi
rispetto a Dante, siamo chiariti dall'aver visto già quei tre medesi-
mi peccati d'incontinenza nell'Inferno, e dall'averne anche appre-
so il nome. E solo per questo Virgilio assegna a Dante quel leg-
giero cómpito, quasi dicesse: Oh! vediamo se il viaggio per loco
eterno ha fruttato! vediamo se tu ricordi e ciò che hai veduto e ciò
24 Purg. XVII 136 e segg.
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