Page 17 - Minerva oscura
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Poeta, io ti richieggio
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              Per quello Dio, che tu non conoscesti .
           Dante medita, certo, il fatto, che quegli che gli si offre a salvato-
           re, non conobbe il vero Iddio; sa però che egli è (mi si perdoni l'e-
           spressione) l'Evangelista degli atti di Enea e delle geste di Roma,
           e ha narrato della discesa di Enea. Ma diffida, diffida:


              Tu dici, che di Silvio lo parente,
                Corruttibile ancora, ad immortale
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                Secolo andò, e fu sensibilmente .
           Con quanto maggiore asseveranza dice continuando:

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              Andovvi poi lo Vas d'elezione !

           Nell'effetto di questi due straordinari fatti Dante trova motivo a
           crederli come giustificati così veri; e chi conosce il poeta, sa che
           l'effetto del primo non doveva parergli minore del secondo: tutta-
           via, nella sua finzione poetica, non mostra certo con la frase atte-
           nuata 'Non pare indegno ad uomo d'intelletto' e con la parentesi 'A
           voler dir lo vero', quella sicurezza che ha dicendo:


              Per recarne conforto a quella fede
              Ch'è principio alla via di salvazione .
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           Nè sfugga che dopo il primo grido 'Per quello Iddio che tu non
           conoscesti', ora che parla dietro la meditazione della paura e del
           dubbio, non pronunzia più il proprio nome di Dio, ma circoscrive


           11   Inf. I 180 e seg.
           12   Inf. II 18 e segg.
           13  l. c. 28.
           14  l. c. 29 e segg.


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