Page 12 - Minerva oscura
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           dentro, una verità, come egli dice, ascosa sotto bella menzogna .
           Il velo qui è sottile, il vero dunque facilmente trasparisce: perchè
           l'invito ad aguzzare gli occhi? Per comprendere la cosa, bisogna
           rileggere nel Convivio il perchè, quale egli lo espone, della 'for-
           tezza' o 'gravezza' non solo delle canzoni, ma 'dello scritto che
           quasi Comento dire si può', che ordinato a levare il difetto della
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           durezza in esse, è 'in parte un poco duro' . Dante scrive che per
           l'esilio e per il vento secco che vapora la dolorosa povertà, la qua-
           le ne fu l'effetto, essendo vile apparito agli occhi a molti, e non
           solo nella persona sua ma in ogni opera, sì già fatta, come quella
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           che fosse a fare, gli conveniva con più alto stile  dare nel Convito
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           un poco di gravezza, per la quale paresse di maggiore autorità .
           Or, senza voler prendere alla lettera il divino autore della Come-
           dia, bisogna pur credere che sì con l'allegorizzare, sì con la copia
           della dottrina e la sottilità dei ragionamenti, egli si proponesse più
           di essere alto che chiaro, secreto più che accessibile, autorevole
           più che persuasivo. Certo restringendo il discorso all'allegoria, fa-
           cilmente si può vedere che se essa fu da Gesù adoperata nella for-
           ma di parabola per fare meglio intendere la sua divina parola, da
           altri fu usata, o per timore dei potenti al fine di schivare la loro
           vendetta, o per isfoggio d'arte, al fine di colpire d'ammirazione gli
           uditori. Nei quali casi, non si persegue dall'allegorizzatore il pre-
           gio della chiarezza, per la quale il suo pensiero sia aperto a tutti,
           ma il vanto dell'ingegnosità, con la quale o celi in parte il vero, sì
           che a questi sia manifestissimo, a quelli occultissimo, o a tutti lo
           ricopra, sì che bisogni a tutti affaticarsi per trapassar dentro. Or

           4   Conv. II 1: 'perocchè in ciascuna cosa che ha 'l dentro e 'l di fuori, è impos-
              sibile venire al di dentro, se prima non si viene al di fuori: onde, concios-
              siacosachè nelle scritture la sentenza litterale sia sempre al di fuori, impos-
              sibile è venire all'altre, massimamente all'allegorica, senza prima venire
              alla litterale'.
           5   Conv. I 3.
           6   Nell'originale "stilo". [Nota per l'edizione elettronica Manuzio]
           7   Conv. I 3 e 4.


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