Page 167 - Minerva oscura
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lità. Quanto alla passione di mezzo, negativa, Dante la pone per
           metà con l'incontinenza, per metà con la malizia, se si osserva che
           le genti fangose (accidiose nella vita attiva) sono fuori di Dite,
           cioè incontinenti, incontinenti d'irascibile; e gli eresiarchi (acci-
           diosi nella vita contemplativa) sono dentro Dite, cioè maliziosi.
              Ib.: «Sta in fatto che nei canti successivi più che la passione
           speciale, impellente al peccato, si punisce il peccato in sè stesso».
              Ma no: Brunetto e gli altri non sono tra i lussuriosi, sebbene il
           peccato in sè stesso sia di lussuria; gli usurai e i simoniaci non
           son tra gli avari, sebbene il peccato in sè stesso sia d'avarizia,
           come per i simoniaci nota poi il Bartoli. Ma per questi ultimi, per
           non ripetermi intorno agli usurai, ricordo che la passione impel-
           lente non fu l'avarizia, checchè possiamo pensare noi: Dante pen-
           sava che fosse il disegno di calcare i buoni e sollevare i pravi: in-
           vidia.
              Ib.: «E quando siamo per entrare nel settimo cerchio, dove
           sono puniti i tiranni e gli omicidi, il Poeta esclama:


              Oh cieca cupidigia, oh ira folle
                Che sì ci sproni nella vita corta,
                E nell'eterna poi sì mal c'immolle!

              Dunque la cupidigia e l'ira furono le passioni che mossero gli
           omicidi e i tiranni, ma questi non sono però puniti nel cerchio
           quarto e quinto, sibbene nel settimo».
              Lasciando che la cupidigia qui non è, evidentemente, di dena-
           ro, ma di vendetta, o in generale di male, noi qui dobbiamo ren-
           dere un omaggio di ammirazione al sottile e profondo ingegno del
           grande uomo estinto. Sì: egli intuiva la verità e senza l'intoppo
           dell'aver assegnato il quinto cerchio all'ira, egli avrebbe scoperto
           il segreto della costruzione morale della Comedia. Perchè in vero
           d'ira sono puniti gli omicidi e i tiranni, e con loro i suicidi, i be-
           stemmiatori, i soddomiti e gli usurieri: d'ira che è  folle, poichè
           essi peccarono solo col cuore o appetito irascibile, oltre il mal vo-


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