Page 162 - Minerva oscura
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di malizia, Dante d'uno punito per ira avrebbe riferito il male che
fece, come lo riferisce per gli altri puniti per malizia. Mentre de'
rei d'incontinenza può bensì narrare o far narrare un particolare
peccato, come per Francesca, ma può solamente accennare a un
loro vizio abituale, come per Cleopatras e Ciacco e gli avari. Per
gli accidiosi poi, ossia incontinenti e privi d'irascibile (sono di
due ragioni, rissosi e fitti nel fango: l'abbiamo detto molte volte),
a più forte ragione doveva astenersi da riferire fatti concreti. Essi
sono puniti per non fare; cioè per non aver fatto sono accidiosi,
per non avere dominato o usato l'ira cioè l'irascibile, sono inconti-
nenti. Non sono rei dunque di male fatto al prossimo nè a sè, nè
voluto fare a Dio: e perciò non sono rei d'ira. E gl'interpreti
avrebbero, dopo questo, fatto un altro passo. Non avrebbero cer-
cato più gli altri due peccati, invidia e superbia, nella palude, poi-
chè, secondo la dichiarazione del Purgatorio, essi non sono mai
scompagnati dal male del prossimo. Vengono l'uno da timor di
perdere podere, grazia, onore e fama, e l'altro da desiderio d'ec-
cellenza, ma l'uno per quel timore, l'altro per questa speranza,
hanno bisogno che il vicino sia soppresso e altri non sormonti.
Avrebbero dunque gl'interpreti esaminato di chi e in qual luogo
Dante raccontasse o accennasse un fatto o fatti di soppressione
del vicino o d'altri, e avrebbero detto che in quel luogo si puniva
la superbia e l'invidia; come certo avrebbero concluso che si puni-
va l'ira dove erano raccontate vendette. Si sarebbero, a ogni
modo, lasciati a tergo la palude pingue, perchè loro sarebbe parso
impossibile che dei tre peccati che nascono dall'amor del male e
si estrinsecano col male del prossimo (almeno, del prossimo), non
fosse detto se non che:
Bontà non è che lor memoria fregi.
E qui prevengo un'obbiezione.
- La gente fangosa si strazia come è raccontato in Dante e si fa
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