Page 150 - Minerva oscura
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li che compierono la vendetta: gli altri, incontinenti bensì d'irasci-
bile, ma che la vendetta non fecero, accomuna cogli accidiosi.
IV.
Pag. 50: «Da ciò parrebbe che Dante avesse distinti i peccatori
dei cerchi dell'Inferno, come quelli dei cerchi del Purgatorio, se-
condo l'ordine dei peccati mortali, ma, naturalmente, in senso in-
verso...»
Benissimo.
Pag. 51: «Ma giunti al sesto cerchio si ha un cambiamento».
Come mai Dante, il sistema cambiato nell'Inferno a questo
punto, l'avrebbe ripreso poi nel Purgatorio interamente e perfetta-
mente?
Pag. 51: «Non si parla più di peccati mortali, e invece le colpe
sono divise secondo un concetto affatto diverso, del quale il poeta
crede di dover render conto, e lo fa coi versi 70-83 del canto XI;
versi dai quali apparisce aver egli seguito la divisione di Aristote-
le, che nell'Etica a Nicomaco (Lib. VII c. I) dice esservi tre specie
di cose che intorno ai costumi sono da fuggire, l'incontinenza, il
vizio e la bestialità».
Ma se l'aver detto che le colpe punite nei cerchi secondo, ter-
zo, quarto, quinto, sono d'incontinenza, non impedisce che queste
colpe siano pure dichiarate lussuria, gola, avarizia e soggiacimen-
to all'ira e tristizia (chiamiamole così; ma sono l'accidia); perchè
non credere che anche le altre due partizioni aristoteliche racchiu-
dano gli altri tre peccati mortali? Tanto più che appunto tre distin-
zioni Dante fa, nè più nè meno, delle altre colpe che si riducono a
bestialità e malizia; cioè violenza, frode in chi non si fida, frode
in chi si fida o tradimento. Tre e non più, come i peccati che man-
cano. O non è cosa da far pensare? Si attenda. Anche nel trattato
delle colpe nel Purgatorio si dà una definizione e denominazione
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