Page 142 - Minerva oscura
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Pag. 36-37: «Il concepimento della Divina Commedia è senza
           dubbio etico-religioso; l'esecuzione è in gran parte politica. Tenia-
           mo rapidamente dietro a quest'uomo che dalla selva del vizio vuol
           salire il monte della perfezione cristiana. Tra i primi dannati che
           egli incontra sono i carnali; a due di questi egli parla, ma non gli
           esce dal labbro una sola parola di abominazione per il loro pecca-
           to: tutt'altro: sembra quasi invidiare la felicità del loro amore, se a
           Virgilio, che dopo il racconto di Francesca gli domanda: «che
           pensi?,» ei risponde:


              Quanti dolci pensier, quanto disio
              Menò costoro al doloroso passo!


              E non pago di ciò, vuol sapere, è curioso di sapere tutto il
           dramma di quella sciagurata passione, e domanda:


              Ma dimmi, al tempo de' dolci sospiri,
                A che e come concedette Amore
                Che conosceste i dubbiosi disiri?

              C'è qui il banditore della verità e della morale, o c'è l'uomo, il
           vecchio uomo che forse si ricordava degli amori suoi, che forse
           ripensava con desiderio ai suoi dolci sospiri?»
              O anima gentile, c'è sì l'uomo e c'è il poeta, ma non c'è meno il
           filosofo o teologo che esprime, senza farne le viste, sue verità teo-
           logiche e filosofiche. Per Dante ci sono lussuriosi semplicemente
           rei d'incontinenza e altri rei di malizia o ingiustizia che si voglia
           dire. Francesca e Dido, Semiramis e Cleopatras sono dei primi.
           Brunetto e Giasone e Mirra dei secondi. Ma Francesca è adultera,
           Semiramis incestuosa, Dido e Cleopatras suicide.... Sì, ma per
           Dante fu la loro incontinenza che produsse quelli altri guai; non
           fu l'amor del male che ebbe tali effetti o strumenti d'incontinenza.
           Egli parla chiaro. Semiramis




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