Page 139 - Minerva oscura
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in un campo, dirò così, libero all'invenzione, come per Buonconte
e Manfredi, e non pretendeva di esser creduto; ma volle per l'ulti-
mo episodio del suo inferno, dopo tanti altri pietosi, orridi, atroci,
il pietosissimo, l'orridissimo, l'atrocissimo.
Ma così l'episodio non è bello! Tante belle osservazioni, che
vogliono ora puntellare, ora rintonacare la poesia di Dante, si
sgretolano e cadono! Adagio. Provatevi. Non voglio qui ripetere
osservazioni d'altri, belle e giuste, specialmente di Antonio Dal-
l'Acqua Giusti, nè qui tento di ricostruire il dramma, che ben più
efficace riesce con tale più ragionevole interpretazione. Qui mi
contento di qualche cenno.
Meditate questo passo:
Ed Anselmuccio mio
disse: Tu guardi sì, padre, che hai?
Quando il padre divenne cieco, che gli fece egli a quel povero
Anselmuccio?
Ed ei, pensando ch'io il fessi per voglia
di manicar, di subito levorsi,
e disser: Padre....
ahimè essi non avevano pensiero che di lui, si offrivano a lui
come pasto; ed esso... dopo... quando fu cieco...
Ahi, dura terra perchè non t'apristi?
a che, se non a impedire l'orribile fatto, l'accoglimento nefandissi-
mo della pietosissima offerta? Ma questo è il pensiero più tragico,
più indicibile:
due dì li chiamai....
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