Page 137 - Minerva oscura
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riato, non lo avrebbe poi così condannato, tanto più che un croni-
           sta racconta che questo padre urlava dalla Muda: Penitenza! peni-
           tenza! E poi c'è altro. Dante, come viaggiatore di così strano pae-
           se, al suo ritorno dà contezza di cose che non altrimenti che con
           simile viaggio si sarebbero sapute. Appaga, o fa prova di appaga-
           re, le curiosità inappagabili, solvendo i problemi insolubili. Buon-
           conte dove andò a morire? Che ne fu della Pia? Manfredi morì
           pentito o contumace? E nel caso nostro, il conte Ugolino... Sì; po-
           teva alcuno chiedere in che ordine morirono i figli e i nipoti e lui,
           quali parole pronunziassero, quali sentimenti provassero, che so-
           gni, che terrori, che angoscie, che strazi; ma da tutti, a quei tempi,
           si doveva chiedere a un reduce dal mondo dei morti, e come di
           Manfredi così della Pia, come di Buonconte così di Ugolino: Si
           pentirono? sono in luogo di salute? Ora di Manfredi e di Buon-
           conte e di Pia, nessuno sapeva nulla, se si fossero o no pentiti, e
           tutti, di due almeno di loro, dovevano pendere a credere che no:
           di Ugolino, di cui si affermava che sì, aveva domandato peniten-
           za, ed era morto alla presenza dei figli morti prima di lui, Dante
           avrebbe risposto: «Naturalmente è nell'inferno, per traditore, non
           però per aver tradito Pisa delle castella, ma per un altro tradimen-
           to, che non importa accennare»? Ciò ripugna. Ma egli è poeta, si
           soggiungerà; e il dramma de' due nella buca, che l'uno rode il
           capo all'altro, doveva singolarmente piacergli, piacergli più della
           giustizia. Già: solo quell'esser due in una buca e quell'uno man-
           giar l'altro, se mai; chè il racconto di Ugolino egli l'avrebbe potu-
           to mettere anche nel Purgatorio, con quello di Manfredi, con
           quello di Buonconte; anche nel Paradiso, sto per dire... Possibile
           che si creda che quel particolare preso a Stazio tanto valesse nel-
           l'anima di Dante, da fargli obliare la pietà, che pur tanta dimostra,
           per l'infelicissimo padre?
              Ma concludiamo. Pare verosimile che Ugolino sia nella ghiac-
           cia per un peccato che egli commise proprio là nella muda, nella
           morte, in relazione colla crudeltà di essa morte. Quale? Dante lo



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