Page 132 - Minerva oscura
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Ora in Malebolge questi due tipi si riscontrano qua e là. Coloro
in esse che si nomano o accennano, nomano poi e accennano
qualcuno più reo di loro, a lor credenza, e fanno loro o dicono il
peggio che possono: Ciampolo noma frate Gomita e Michel Zan-
che; Catalano Caifasso; Pier da Medicina predice sventura
A messer Guido ed anco ad Angiolello,
il Mosca accenna a peggioramento della gente tosca, Bertram del
Bornio ricorda Achitofel, Capocchio, con ironìa propria degl'invi-
di che vogliono dir male senza parere, enumera Stricca e Niccolò
e Caccia d'Asciano e l'Abbagliato, e Griffolino rivela Gianni
Schicchi e Mirra. Nè si dimentichi l'orribile mischia dei ladri, nè
si tralasci la sconcia contesa di Maestr'Adamo con Sinone, nella
quale è compendiato tutto il pensiero di Dante intorno agl'invidi
dell'inferno. Di Vanni Fucci dissi già assai.
Concludo adunque per la seconda volta che il conte Ugolino è
dannato da Caina, se non di Caina. Quale la sua offesa al vincolo
di sangue? quale? Una, stimo, a cui lo spingesse appunto il tradi-
tore ch'ei rode per vendicarsene. Perchè non della prima morte,
ma della seconda è ragionevole che si vendichi un dannato nel-
l'inferno. Chi e di che accusa Pier della Vigna? Si è ucciso: sua
colpa e suo danno! Ma no: Pier della Vigna accusa:
La meretrice che mai dall'ospizio
di Cesare non torse gli occhi putti,
morte comune e delle corti vizio,
infiammò contra me gli animi tutti;
e gl'infiammati infiammar sì Augusto
che i lieti onor tornaro in tristi lutti.
L'animo mio per disdegnoso gusto
credendo col morir fuggir disdegno
ingiusto fece me contra me giusto.
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