Page 129 - Minerva oscura
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gocciar su per le labbra, e il gelo strinse
le lagrime tra essi e riserrolli:
con legno legno mai spranga non cinse
forte così; ond'ei, come due becchi,
cozzaro insieme, tant'ira li vinse.
Pensando quanto atroci siano i delitti commessi dai rei della
Caina, ricordando, per esempio, Sassol Mascheroni assassino d'un
fanciullo, mal si può spiegare questa differenza nel ribrezzo della
fama tra essi e i rei più ver lo mezzo, non più feroci di loro, se
non si crede a ciò che io ho esposto: che la Caina punisce un pec-
cato che è sì superbia, ma è finitimo all'invidia; un peccato che
non è contro al principio universale dell'essere come gli altri tre,
ma contro quello particolare; un peccato che offende non diretta-
mente Dio, benchè offenda chi di Dio più tiene; un peccato che fa
contro il quarto comandamento, che non è della prima tavola seb-
bene le sia molto vicino e affine. Ma di ciò ho parlato altrove. Qui
osservo che il conte Ugolino si noma e subito:
Tu dei saper ch'io fui Conte Ugolino.
Per qual ragione se non principalmente per questa, che egli è del-
la Caina?
E riprendiamo la questione: di qual colpa reo? Certo che di
peccato contro congiunti. Non di tradimento contro congiunti?
Mi periterei a dire, tradimento. Secondo Dante, tradimento sì, ma
senz'altro, senza quelle parole contro congiunti. Tradere è in Dan-
te obliare l'amore
che fa natura, e quel ch'è poi aggiunto,
di che la fede spezial si cria.
Ora per il mo' di tradere, che è punito nella Caina, si oblìa
quell'amore naturale e aggiunto, anche se non interviene frode
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