Page 126 - Minerva oscura
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«fidandomi di lui» (v. 17), che altrimenti, se non ci fosse stato un
accordo tra il conte e l'arcivescovo, non avrebbe senso. Ma il fi-
darsi dell'Ubaldini volea dir necessariamente essersi stretto in
lega colla parte ghibellina, e questo non poteva essere che a dan-
no del nepote. Doppio tradimento quindi...» Ma io non credo che
quel fidandomi di lui valga ad altro, se non a richiamare la defi-
nizione del tradimento (Inf. XI 52 e seg.):
La frode, ond'ogni coscienza è morsa,
può l'uomo usare in colui che 'n lui fida.
Dante fa dire ad Ugolino il perchè della condanna non sua ma
dell'arcivescovo. Dice anzi: «Tu sai il tradimento che mi fece,
quindi sai perchè sia in questa ghiaccia; non sai però come cruda
fosse la morte che soffrii per il suo tradimento, quindi non sai
perchè io me gli mangi il capo». Non è dunque il cenno che dice
il Bartoli quello, che del resto è ben più che cenno, che dico io es-
sere nel testo, della colpa di Ugolino. O quale è dunque?
Rispondo prima all'obbiezione fatta all'avviso del d'Ovidio:
come Ugolino non è nella Caina, se ha rotto il vincolo che lega
parente a parente? Rispondo: Ugolino è in vero nella Caina.
Sento un oh lungo e roco... Spieghiamoci meglio. Non è nella
Caina, mi riprendo; ma ci sarebbe se fosse al suo posto. Ma al
suo posto, dove la sua colpa l'avrebbe balestrato, non c'è. Egli è...
Leggete:
vidi due ghiacciati in una buca;
dove una ha il suo valor numerale di una sola, e non l'indetermi-
nato, dal contrapposto con due. La buca era fatta per uno solo. Se
due rei vi sono, uno vi sta fuor dell'ordinario. Chi ponga mente
poi, come in questa ghiaccia i rei sono, secondo la reità loro, non
solo collocati a mano a mano più in ver lo mezzo, ma più meno
sporgenti dal ghiaccio, poichè nella Caina:
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