Page 122 - Minerva oscura
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Sono oziosi questi tre particolari? A sentire i commentatori, sa-
rebbero. E invece hanno un senso profondo. Il Poeta simboleggia.
Egli continua il suo mirabile trattato sull'ira o sull'irascibile. Sen-
z'esso o essa l'arduo è inaccessibile. Virgilio tenta prima d'entrare
con le buone, usando l'intelletto:
Così sen va e quivi m'abbandona
lo dolce padre, ed io rimango in forse,
chè 'l sì e 'l no nel capo mi tenzona.
Udir non pote' quel ch'a lor si porse:
ma ei non stette là con essi guari,
che ciascun dentro a prova si ricorse.
Chiuser le porte que' nostri avversari
nel petto al mio signor, che fuor rimase,
e rivolsesi a me con passi rari.
Gli occhi alla terra e le ciglia avea rase
d'ogni baldanza, e dicea ne' sospiri:
chi m'ha negate le dolenti case?
Dante, sempre inteso alla sua filosofia, qui presenta Virgilio come
tentato dall'accidia, dalla tristizia, che è un acquetarsi nel male.
Ma è un momento.
Ed a me disse: Tu, perch'io m'adiri,
non sbigottir, ch'io vincerò la prova,
qual ch'alla difension dentro s'aggiri.
Dove è da notare che perchè non significa proprio benchè, ma
per il fatto che; e poi un'altra cosa: che più probabile si fa delle
mie interpretazioni precedenti della risposta a Dante, la seconda,
per la quale Virgilio prometterebbe a Dante la vittoria e il passag-
gio, anche se il messo non venisse.
Dunque non tema Dante per il fatto che Virgilio deve adirarsi;
cioè usare l'irascibile contro l'arduo: ira buona, senza la quale si è
vili. Non ce n'è bisogno però: Dante introduce a significare questa
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