Page 117 - Minerva oscura
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APPENDICE

                           SCHIARIMENTI E AGGIUNTE



                                          I.


                                  Il Messo del Cielo.

              Nessuna   dichiarazione   di   luoghi   controversi   della  Divina
           Commedia è più felice di quella di Michelangiolo Caetani duca di
           Sermoneta, che dice essere Enea il messo del cielo che apre le
           porte di Dite. Egli (Tre chiose di Michelangelo Caetani, duca di
           Sermoneta, nella Divina Commedia, di D. A., terza edizione.
           Roma, Salviucci, 1881) dimostra prima che angelo non può esse-
           re perchè non può un angelo del Paradiso discendere entro l'infer-
           no; perchè il primo angelo descritto da Dante nel Purgatorio ben
           altrimenti si mostra, e con altri segni di rispetto deve essere accol-
           to. E che sia il primo angelo veduto mai da Dante nel suo andare
           si rileva da quelle parole dette nel Purgatorio: Omai vedrai di sì
           fatti ufiziali. Nè ad angelo, che  sdegna gli argomenti umani, si
           conviene la verghetta, nè la comparazione col vento impetuoso e
           con la biscia, nè il menar la sinistra mano, nè il parlar coi demoni
           di fati e di Cerbero, nè il partirsi come uomo stretto da altra cura.
           Escluso poi che il messo sia Mercurio o il Redentore (opinioni di
           per sè assurde), rintraccia chi possa egli essere. Già nel primo col-
           loquio, Virgilio dice a Dante d'essere stato il cantore di quel giu-
           sto figliuolo di Anchise, e Dante risponde a Virgilio ricordando
           pure Enea che andò vivente negl'inferi e concludendo:  Io  non
           Enea, io non Paolo sono. Poi avanti le porte di Dite, Virgilio dice



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