Page 115 - Minerva oscura
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sto ai prodighi e agli avari, la parsimonia e la liberalità; e il cielo
           della giustizia conduca il pensiero alla palude e alla città dell'in-
           giustizia, e i giusti re ricordino i gran regi che giustizia temerono
           di fare e lasciarono dispregi di sè; e il mite Saturno sia contrappo-
           sto al cerchio dei violenti e dai Gemelli l'occhio si abbassi all'a-
           iuola nostra, dominata dall'invidia; e nel Cielo Cristallino risuoni
           la maledizione alla cupidigia che è la radice di ogni peccato e alla
           superbia che fu il principio del cadere dell'Angelo e del dannarsi
           dell'Uomo. Il Purgatorio riproduca, come monte può riprodurre
           baratro, l'Inferno. Abbia sette scaglioni per i sette peccati nello
           stesso ordine dell'Inferno, ma il quarto dell'uno combaci col quin-
           to e sesto dell'altro, comprendendo l'accidia come lento amore sì
           a vedere e sì a conseguire il Bene. Per questa corrispondenza il
           quinto e sesto girone dell'Inferno siano quasi allo stesso piano e
           come tutt'uno. Poi che converse a Dio salgono agli scaglioni del
           Purgatorio le anime, dai loro peccati sia cancellata l'aversione, e
           così esse purghino la sola conversione a un bene commutevole
           nel luogo a quella destinato. Poi che nove hanno a essere anche
           nel Purgatorio, le partizioni, si aggiunga ai sette scaglioni un An-
           tipurgatorio di aversi da Dio sino a poco prima della morte, di ac-
                                         a
                                            æ
           ciecati temporaneamente (S.  1  2  LXXIX 4); e siano questi di
           due specie, una di scomunicati, l'altra di non scomunicati; anzi
           perchè ricordino che quattro sono le sorti di accidia nell'inferno,
           la seconda specie di esse si sterzi; e perchè sia richiamato, per
           analogia, il nobile Castello degli Spiriti magni, e, per contrasto, il
           brago dei gran regi, sia in esso Antipurgatorio la Valletta amena
           dove serenano principi che non furono forse pari al grande officio
           loro, ma non ne furono nemmeno immemori, o, meglio, che pur
           negligenti della loro salute eterna, lasciarono tuttavia di sè onrata
           nominanza; e l'Antipurgatorio risponda anche all'Antiparadiso e
           Manfredi faccia pensare a Piccarda e i principi della Valletta agli
           Spiriti attivi di Mercurio. E all'Antipurgatorio presieda Catone
           che mostrò ciò che poteva, nell'infermità sua necessaria del vole-



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