Page 113 - Minerva oscura
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l'inferno. Queste tre disposizioni sono simboleggiate nelle tre Fie-
re, rappresentando: la lonza l'incontinenza, il leone la bestialità, la
lupa la malizia fraudolenta. E come la bestialità e la malizia frau-
dolenta hanno due cose, tra altro, in comune, la cupidità che af-
fonda i mortali, presa in quel largo senso di cui è parola nei teolo-
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gi (S. 1 2 LXXXIV 1 e passim); la cupidità che ne è il principio,
sia essa di eccellenza o di altri beni temporali o di vendetta; e
l'accecamento e indurimento simboleggiati nel Gorgon, che ne
sono l'effetto, tanto che per il più grave di essi peccati la pena se-
gue subito la colpa; così il leone e la lupa sono tutti e due rabbio-
samente famelici e dalla vista sprigionano la paura, e in particola-
re la lupa fa perdere la speranza.
XXXIX.
E Dante disegnò:
Nove sono i cieli del paradiso più l'empireo: nove siano i giro-
ni dell'inferno, più la superficie terrestre con la selva selvaggia.
Poi che i peccati sono sette, uno d'essi, l'accidia, sia punita in tre
gironi nelle sue differenti specie. Vi è di essa una quarta specie,
quella degli sciaurati che mai non fur vivi, e quelli restino al ve-
stibolo, nella Terra dove essi vennero invano; vi restino a correre
e correre perpetualmente in pena della loro ignavia. Così all'una
riva e all'altra dell'Acheronte, sebbene non proprio allo stesso pia-
no, stiano le due specie di accidiosi per manco di volontà, cui la
misericordia e giustizia o sdegna addirittura, o nè può l'una acco-
gliere nè deve l'altra punire. Nello stesso modo, fuori e dentro
Dite, che è l'inferno della malizia, siano altre due specie di acci-
diosi rispondenti alle due prime, di rei nell'operare e di rei nel
contemplare; differenti dalle due prime in quanto qui la volontà
non manca, ma fu volta al male e offese la giustizia, senza però
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