Page 116 - Minerva oscura
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re, fare un pagano, irraggiato dalle sole quattro virtù umane, per
           la libertà di esso volere: rifiutare la vita. Un credente invece, mo-
           vendo dalla selva selvaggia della servitù, salvando il suo volere
           dalle male disposizioni che il cielo non vuole, e purgandole dall'a-
           more del male, dal lento amore del bene, dal soverchio amore del
           bene che non è bene, può salire di grado in grado il santo monte e
           giungere alla divina foresta, e avere libero dritto sano il suo arbi-
           trio; e ascendere all'Empireo. Selva, foresta, Empireo: comple-
           menti del nove nelle tre Cantiche.





                                       EPILOGO.


              Una faccia adunque della oscura Minerva si è illuminata. Il
           lume che batte su quella è certo che rischiarerà ciò che nel Poema
           resta ancora d'ombra e di penombra. Ed è lecito sperare sin d'ora
           che essendo determinato il pensiero di Dante in una parte princi-
           pale ed essenziale quale è la costruzione etica della più grande,
           anzi divina, estrinsecazione della sua mente, la mente di Dante
           quanto ella è vasta e profonda si rivelerà a noi. Potremo in tanto
           noi con la detta determinazione circoscrivere, e perciò giudicare e
           conoscere, il complesso de' suoi studi e delle sue fonti. E questa
           conoscenza sarà tale un passo, che poco più spazio ci resterà alla
           meta.

















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