Page 121 - Minerva oscura
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              Non senza prima far grande aggirata,
                venimmo in parte.....

           Altra volta Virgilio risponde su per giù a questo modo; quando
           Dante volentieri saprebbe quanto ha ad andare su per il poggio
           del Purgatorio, cioè quanto il poggio è alto; che egli dice: Non so
           altro se non che quando il tuo andare ti sarà leggero, sarai in cima
           (Purg. IV, 85 e segg.) Ma se anche non si volesse ammettere que-
           sta finzione, che non sarebbe se non una nota di più nella varietà
           ingegnosa con cui il Maestro parla al suo discente, si dovrebbe
           sempre convenire che il Maestro aveva inteso che la domanda si
           riferiva all'aspettato salvatore;


                                 Di rado
              incontra, mi rispose, che di noi
              faccia il cammino alcun, pel quale io vado;

           ma che ciò che segue, vero è, significhi: A ogni modo di me posso
           affermarti che ci sono stato e che so il cammino. Solo in questo
           Virgilio sembra non accontentare Dante; chè il secondo non spera
           se non nell'aiuto d'altri e dubita già, e il primo dice, che c'è an-
           ch'esso e che esso potrà, anche senz'altro aiuto, guidarlo e farlo
           entrare nella città dolente. Solo a ciò è necessaria l'ira.
              A questo punto posso aggiungere, a quelle del duca di Sermo-
           neta, le mie argomentazioni, che sono più che la riprova delle sue.
           Non si può entrare senz'IRA; il messo del cielo pare  PIEN  DI
           DISDEGNO, e così parla. Si rivolge poi senza far motto, facendo
           sembiante

              d'uomo cui altra cura stringa e morda,
              che quella di colui che gli è davante.





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