Page 80 - Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr.Hyde
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C'è una fine per tutte le cose; la misura più capace finisce per
            colmarsi; e quella breve condiscendenza alla mia malvagità
            distrusse definitivamente l'equilibrio della mia anima. Eppure
            non ne fui allarmato; la caduta sembrava naturale, quasi un
            ritorno ai vecchi tempi, precedente la mia scoperta. Era una
            bella giornata chiara di gennaio, l'umidità penetrava sotto i
            piedi dove il ghiaccio si era sciolto, ma non c'erano nubi sulla
            testa,   e   Regent's   Park   era   pieno   di   cinguettii   invernali   e
            addolcito da odori primaverili. Sedevo su una panchina al sole;
            l'animale   in   me   si   leccava   le   labbra   al   ricordo;   la   parte
            spirituale   sonnecchiava,   ripromettendosi   un   successivo
            pentimento, ma ancora non si decideva a intervenire. Dopo
            tutto, pensai, ero anch'io come il mio prossimo; e poi sorrisi,
            paragonandomi  agli  altri,  paragonando  la  mia  attiva  buona
            volontà alla pigra crudeltà della loro indifferenza. E nel preciso
            istante   di   quel   pensiero   vanaglorioso   mi   colse   un   malore,
            un'orribile nausea e un brivido di morte. Il malessere passò,
            lasciandomi stremato; e poi, ripresomi anche da quella specie
            di deliquio, dovetti riscontrare un mutamento nella natura dei
            miei pensieri, una maggiore audacia, uno sprezzo del pericolo,
            un cedimento dei vincoli del dovere. Abbassai lo sguardo: i
            vestiti mi pendevano senza forma sulle membra rattratte; la
            mano poggiata sul ginocchio era nodosa e pelosa. Ero di nuovo
            Edward Hyde. Un momento prima ero sicuro del rispetto di
            tutti, ricco, amato... una tavola apparecchiata mi aspettava nella
            sala   da   pranzo   di   casa   mia;   e   ora   ero   la   preda   ambita
            dell'umanità, braccato, senza tetto, un noto assassino, destinato
            alla forca.
            La mia ragione vacillò ma non mi abbandonò completamente.
            Ho   osservato   più   di   una   volta   che,   nella   mia   seconda
            personalità, ogni facoltà sembrava per certi versi più acuta e
            l'animo più intensamente vibrante: capitò così che, dove Jekyll
            avrebbe potuto soccombere, Hyde seppe essere all'altezza della
            situazione. Le mie droghe erano in uno degli armadietti del
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