Page 76 - Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr.Hyde
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triplicare la dose; e fino ad allora, unica ombra gettata sulla mia
soddisfazione erano stati appunto quei rari imprevisti. Adesso
però, e alla luce dell'incidente di quel mattino, ero portato a
constatare che, mentre sulle prime avevo incontrato difficoltà a
disfarmi del corpo di Jekyll, di recente, in modo graduale ma
netto, esse si erano trasferite sull'altra persona. Tutto quindi
sembrava indicare questo:
che mi stava lentamente sfuggendo di mano l'originario e
migliore me stesso e che mi stavo lentamente incorporando al
secondo e peggiore.
Sentivo ormai di dover fare la mia scelta fra i due. Le mie due
nature avevano in comune la memoria, mentre tutte le altre
facoltà erano ripartite fra di loro in modo assai ineguale. Jekyll
(che era un composto), ora con l'ansia più viva, ora con
bramoso godimento, progettava a partecipava ai piaceri e alle
avventure di Hyde; ma Hyde era indifferente a Jekyll o, tutt'al
più, lo ricordava come un bandito di montagna ricorda la
caverna dove va a nascondersi quando è inseguito. Jekyll
provava più di un interesse paterno; Hyde più di
un'indifferenza filiale. Legare la mia sorte a Jekyll significava
morire a quegli appetiti che avevo a lungo segretamente
accarezzato e che da ultimo avevo preso a soddisfare. Legarmi
a Hyde significava morire a mille interessi e aspirazioni, e
perdere, di colpo e per sempre, ogni stima e amicizia. Potrà
sembrare un baratto ineguale, ma nella valutazione subentrava
ancora un'altra considerazione: e cioè che mentre Jekyll
avrebbe sofferto atrocemente nelle fiamme dell'astinenza, Hyde
non avrebbe avuto neanche coscienza di tutto ciò che perdeva;
per quanto strane le circostanze, i termini del dibattito erano
vecchi e comuni come l'uomo; più o meno gli stessi
allettamenti e timori gettano il dado per qualsiasi peccatore
tentato e tremebondo; e anche a me, come alla grande
maggioranza dei miei simili, capitò di scegliere la parte
migliore e di risultare privo della forza per poi attenermi a essa.