Page 77 - Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr.Hyde
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Sì, preferii l'anziano e scontento dottore circondato da amici,
            che nutriva oneste speranze, e diedi un addio risoluto alla
            libertà, alla relativa giovinezza, al passo leggero, ai palpiti
            intensi e ai piaceri segreti, goduti sotto le sembianze di Edward
            Hyde. Forse feci la scelta con qualche inconscia riserva, visto
            che non rinunciai alla casa di Soho, né distrussi gli abiti di
            Edward Hyde, sempre pronti nel mio gabinetto. Tuttavia per
            due mesi tenni fede alla mia decisione; per due mesi condussi
            una vita di un'austerità mai avuta in precedenza, e godetti in
            compenso di una coscienza soddisfatta. Ma alla lunga il tempo
            cominciò a cancellare l'acutezza dei miei timori; l'approvazione
            della coscienza cominciò a diventare cosa ovvia; cominciai a
            essere torturato da angosce e desideri, come se Hyde lottasse
            per tornare libero; e infine, in un'ora di debolezza morale,
            ancora una volta preparai e trangugiai la pozione metamorfica.
            Non credo che, quando un ubriacone argomenta fra sé circa il
            proprio vizio, si preoccupi una volta su cinquecento dei pericoli
            che corre per la sua bestiale insensibilità fisica; neppure io, per
            quanto a lungo avessi considerato la mia situazione, avevo
            tenuto nel dovuto conto la completa insensibilità morale e
            l'insensata prontezza al male che erano i caratteri principali di
            Edward Hyde. Eppure proprio da essi venne la punizione. Il
            mio demone era stato a lungo in gabbia:
            venne fuori ruggendo. Avvertii, già nell'atto di prendere la
            droga, una più sfrenata, una più furiosa propensione al male.
            Deve essere stata questa, credo, a suscitare nel mio animo la
            tempesta di insofferenza con cui accolsi le parole cortesi della
            mia sventurata vittima; per lo meno dichiaro, davanti a Dio,
            che nessun uomo moralmente sano avrebbe potuto macchiarsi
            di quel delitto per un provocazione così meschina, e che colpii
            senza troppo pensarci, come  un bimbo annoiato rompe un
            giocattolo. Io, però, mi ero volontariamente spogliato di tutti
            quegli istinti equilibratori che permettono, anche al peggiore di
            noi, di procedere seguendo una certa dirittura in mezzo alle
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