Page 83 - Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr.Hyde
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scampo mi illuminava l'anima al punto di rivaleggiare quasi
            con la luce della speranza.
            Stavo   attraversando   senza   fretta   il   cortile,   dopo   colazione,
            aspirando con piacere il fondo di gelo ch'era nell'aria, quando
            fui   nuovamente   assalito   dalle   indescrivibili   sensazioni   che
            preannunciavano   il   cambiamento;   ebbi   appena   il   tempo   di
            rifugiarmi nel mio gabinetto che già ero nuovamente in preda
            alle rabbiose e gelide passioni di Hyde.
            In quell'occasione ci volle una doppia dose per restituirmi a me
            stesso; e ahimè, sei ore dopo, mentre ero seduto a guardare
            tristemente il fuoco, ripresero gli spasimi e la droga dovette
            essere risomministrata. In breve, da quel giorno in poi, sembrò
            che solo con grande sforzo, quasi ginnico, e solo sotto lo
            stimolo immediato della droga, io fossi in grado di riassumere
            l'aspetto di Jekyll. A tutte le ore del giorno e della notte venivo
            colto   dal   brivido   premonitore;   specialmente   se   dormivo,   o
            anche   solo   sonnecchiavo   un   momento   sulla   sedia,   mi
            risvegliavo sempre come Hyde. Sotto la tensione di quella
            minaccia costantemente incombente e per l'insonnia alla quale
            ora mi condannavo così, e ben oltre i limiti di quelle che avevo
            ritenuto le possibilità umane, io mi ridussi, nella mia propria
            persona, a  un essere  divorato  e svuotato  dalla  febbre, che
            languiva fiaccato sia nel corpo che nella mente, ossessionato da
            un unico pensiero. L'orrore dell'altro me stesso. Ma quando
            dormivo o cessava la virtù del farmaco, cadevo quasi senza
            transizione (gli spasimi della trasformazione si facevano infatti
            sentire   ogni   giorno   di   meno)   in   preda   a   una   fantasia
            rigurgitante d'immagini di terrore, a un'anima schiumante di
            odi immotivati, e a un corpo che non sembrava abbastanza
            forte per contenere quelle furenti energie di vita. Le facoltà di
            Hyde sembravano essersi potenziate con la debolezza di Jekyll.
            E certamente l'odio che ora li divideva era uguale da entrambe
            le parti. Per Jekyll era una questione d'istinto vitale. Ormai
            aveva conosciuto la totale deformità di quell'essere che spartiva
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