Page 45 - Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr.Hyde
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uomini e donne, se ne stava ammucchiata come un gregge. Alla
vista del signor Utterson la cameriera proruppe in un isterico
piagnucolìo; mentre la cuoca, lanciando un: "Dio sia lodato! E'
il signor Utterson", gli si faceva incontro quasi ad abbracciarlo.
- Come, come? Ve ne state tutti qui? - disse l'avvocato
seccamente -. Così non si fa, è molto sconveniente; il vostro
padrone non ne sarebbe affatto contento.
- Sono tutti spaventati - disse Poole.
Seguì un profondo silenzio, nessuno protestava solo la
cameriera alzò la voce, piangendo ormai a dirotto.
- Smettetela! - le disse Poole, con un tono così aspro che
denotava come egli stesso avesse i nervi scossi; infatti, quando
la ragazza aveva improvvisamente alzato il tono dei lamenti,
tutti avevano sussultato e si erano girati verso la porta interna
con un'espressione di atterrita attesa. - E adesso continuò il
maggiordomo, rivolgendosi allo sguattero -, passami una
candela e vediamo di risolverla subito. Quindi pregò il signor
Utterson di seguirlo e gli fece strada verso il giardino sul retro.
- Adesso, signore - disse -, camminate più piano che potete.
Voglio che sentiate, e non che vi facciate sentire. E badate,
signore, se per caso vi chiedesse egli di entrare, voi non fatelo.
I nervi del signor Utterson, a quell'inattesa conclusione, ebbero
una contrazione che per poco non gli faceva perdere
l'equilibrio; ma egli chiamò a raccolta il suo coraggio e seguì il
maggiordomo nell'edificio del laboratorio e attraverso il teatro
anatomico, ingombro di gabbie e di boccette, fino ai piedi della
scala. Qui Poole gli fece cenno di starsene da un lato ad
ascoltare, mentre lui, posata la candela e fatto decisamente
appello alla propria risolutezza, salì i gradini e bussò con mano
un po' malcerta sulla felpa rossa all'uscio del gabinetto.
- Il signor Utterson, signore, che chiede di vedervi annunciò; e,
nel mentre, tornava insistentemente a fare segni concitati
all'avvocato affinché prestasse ascolto.
Giunse una voce dall'interno:- Riferitegli che non posso vedere