Page 41 - Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr.Hyde
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L'EPISODIO DELLA FINESTRA
Capitò che una domenica, durante di una delle solite
passeggiate del signor Utterson in compagnia del signor
Enfield, i due si trovassero di nuovo a passare per quella via
laterale e che, arrivati all'altezza della porta, entrambi si
fermassero a guardarla.
- Beh - disse Enfield -, se non altro quella storia è finita. Non
vedremo mai più il signor Hyde.
- Spero di no - disse Utterson -. Vi ho mai detto di averlo visto
anch'io, una volta, e di aver provato un senso come voi di
repulsione?
- L'una cosa è inscindibile dall'altra - replicò Enfield -. E, a
proposito, che asino mi avrete giudicato a non sapere che
questo era un ingresso secondarlo della casa del dottor Jekyll!
Anzi è un po' colpa vostra anche il fatto che io sia riuscito a
scoprirlo.
- Dunque, l'avete poi scoperto? - disse Utterson. - Ma se è così,
perché non ci affacciamo nel cortile e diamo un'occhiata alle
finestre? A dirvi il vero, sono in pensiero per il povero Jekyll e
mi sembra quasi che anche solo dall'esterno, la presenza di un
amico possa giovargli.
Il cortile era molto fresco e un poco umido, e invaso da un
crepuscolo precoce, benché il cielo, in alto sopra il capo,
brillasse ancora della luce del tramonto. Delle tre finestre,
quella centrale era mezza aperta e proprio lì vicino, seduto a
prendere aria con un'espressione di infinita tristezza, come uno
sconsolato prigioniero, Utterson vide Jekyll.
- Ehi! Jekyll! - gridò -. Spero che stiate meglio.
- Non sto affatto bene, Utterson - replicò il dottore cupamente;
- niente affatto bene. E' questione ormai di poco, grazie a Dio.
-Ve ne restate troppo rintanato - disse l'avvocato -. Dovreste
uscire, riattivare la circolazione, come me e il signor Enfield.
(Questi è mio cugino, il signor Enfield... il dottor Jekyll).