Page 38 - Lo strano caso del Dr.Jekyll e Mr.Hyde
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c'è niente che io possa fare? - chiese -. Noi siamo tre vecchi
            amici, Lanyon; non vivremo abbastanza a lungo da farcene
            degli altri.
            - Niente si può fare ribatté Lanyon -; chiedetelo a lui stesso.
            - Non mi vuole ricevere - disse l'avvocato.
            - Non mi sorprende - fu la risposta. - Un giorno, Utterson, dopo
            che io sarò morto, forse arriverete a comprendere il torto e la
            ragione in tutto questo. Io non posso dirvelo. E nel frattempo,
            se riuscite a stare qui con me a parlare d'altro, per l'amor di
            Dio, restate pure, ma se proprio non riuscite a evitare quel
            maledetto   argomento,   allora,   in   nome   di   Dio,   andatevene,
            perché io non posso sopportarlo.
            Appena   rientrato,   Utterson   sedette   e   scrisse   a   Jekyll,
            lamentandosi di non essere ricevuto in casa sua, e chiedendogli
            la causa della malaugurata rottura con Lanyon; l'indomani gli
            portò una lunga risposta, in molti tratti scritta in tono assai
            patetico e in alcuni di senso oscuro e misterioso. Il dissidio con
            Lanyon era insanabile.
            "Io non muovo rimproveri al nostro vecchio amico", scriveva
            Jekyll, "ma sono d'accordo con lui che non dobbiamo più
            vederci.   Intendo   da   ora   in   poi   di   fare   vita   estremamente
            segregata;   non   dovete   meravigliarvi   né   dubitare   della   mia
            amicizia se spesso la mia porta sarà chiusa anche per voi.
            Dovete lasciare che io segua la mia oscura strada. Io stesso ho
            attirato su di me  un castigo  e un pericolo  che non posso
            nominare.   Se   sono   il   principe   dei   peccatori   sono   anche   il
            principe dei sofferenti. Non avrei mai pensato che a questo
            mondo ci fosse posto per terrori e sofferenze così snervanti; e
            voi potete fare una sola cosa, Utterson, per alleviare questo mio
            destino,   e   cioè   rispettare   il   mio   silenzio".   Utterson   rimase
            sbalordito; l'oscura influenza di Hyde era stata eliminata, il
            dottore era tornato alle occupazioni e alle amicizie di un tempo;
            solo una settimana prima tale prospettiva gli arrideva con tutte
            le promesse di una vecchiaia serena e onorata; e ora - ecco -, in
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