Page 95 - Jane Eyre
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chi della direttrice, aspettandovi di leggervi uno sguardo
           di avversione e di asprezza al mio indirizzo.
              Tendevo l'orecchio per afferrare quello che dicevano,
           poiché non ero distante.
              — Suppongo, signorina Temple, — diceva il signor
           Bockelhurst, — che il filo comprato a Lowood sarà buo-
           no. Mi pare di grossezza giusta per le camice di ghinea.
           Mi sono procurato anche certi aghi adattati al filo. Dire-
           te alla signorina Smith che ho dimenticato quelli da

           rammendare, ma la settimana prossima ne avrà qualche
           carta; guardi bene di non darne che uno per volta alle
           educande; potrebbero perderli e sarebbe un'occasione di
           disordine.
              — A proposito, signora, vorrei che le calze di lana
           fossero in migliore stato. Quando venni qui l'ultima vol-
           ta, esaminai il bucato steso sulle corde in giardino, e
           vidi le calze nere così rotte da far ritenere che da un pez-
           zo non fossero state rammendate.
              — I vostri ordini, signore, saranno eseguiti, — rispo-
           se la direttrice.
              — E poi, signora, la lavandaia mi ha detto che alcune
           ragazze avevano insudiciato due colletti in una settima-
           na: è troppo, la regola non lo permette.
              — Credo di poterle spiegare questo fatto, signore.
           Agnese e Caterina Jolmstone erano state invitate a pren-
           dere il tè a Lawton e permisi loro, per quella occasione,
           di mettersi i colletti bianchi.
              Il signor Bockelhurst scrollò il capo.




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