Page 94 - Jane Eyre
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Un piccolo godimento ci era però riservato; alle cin-
que ci distribuivano una doppia razione di pane con un
po' di burro; era il festino domenicale, al quale si pensa-
va tutta la settimana.
Cercavo in generale di serbarmi la metà di quella de-
liziosa merenda, dell'altra ero costretta sempre a farne
parte alle grandi.
Non ho parlato ancora delle visite del signor Bocke-
lhurst: egli fu assente una parte del primo mese; forse
aveva prolungato il soggiorno l'amico suo, l'arcidiacono.
Quell'assenza era un sollievo per me, perché temevo
che giungesse, ed egli giunse difatti. Ero a Lowood da
tre settimane. Un pomeriggio, mentre ero seduta con la
lavagna sulle ginocchia e mi arrabattavo per fare un'ad-
dizione lunga, alzai gli occhi per guardare verso la fine-
stra e vidi passare una figura, che riconobbi istintiva-
mente.
Due minuti dopo, tutta la scuola si alzava in massa e
non ebbi bisogno di guardare per capire chi era salutato
a quel modo.
Un passo lungo risuonò nella sala e il lungo fantasma
nero, che mi aveva esaminato così sgradevolmente a
Gateshead, comparve accanto alla signorina Temple.
Avevo le mie buone ragioni per temere quell'appari-
zione e mi rammentavo la promessa fatta dal signor
Bockelhurst, d'informare la direttrice e le maestre sulla
mia indole scorretta. Ero convinta che avrebbe rivelato
le mie colpe ed esaminavo con dolorosa ansietà gli oc-
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