Page 91 - Jane Eyre
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Quel principio ritornerà là da dove mosse, forse si co-
           municherà a qualche spirito superiore all'uomo, forse
           traverserà degli stadii di gloria, forse infine il pallido
           raggio dell'anima umana si trasformerà in quello splen-
           dente dei serafini.
              Il certo si è che questo principio non può degenerare,
           non può allearsi allo spirito del male; non posso creder-
           lo: la mia fede è ben altra cosa.
              Nessuno me l'ha insegnato e ne parlo raramente, ma è

           la mia gioia. Non faccio della speranza il privilegio di
           pochi: la estendo a tutti. Considero l'eternità come un ri-
           poso, come una splendente dimora, non come un abisso
           né un luogo di terrore.
              Con questa fede, faccio una differenza fra il peccatore
           e il suo peccato; perdono sinceramente al primo e odio il
           secondo; il desiderio della vendetta non mi opprime il
           cuore, il vizio non mi disgusta abbastanza per allonta-
           narmi dal colpevole e l'ingiustizia non mi toglie il co-
           raggio; vivo calma fissando la morte.
              La testa d'Elena si abbassava sempre più nel parlare;
           lessi nel suo sguardo il desiderio di cessare il discorso
           per potersi abbandonare ai suoi pensieri.
              Però non le fu lasciato molto tempo per meditare.
           Una monitrice, appena avevamo cessato di parlare, ven-
           ne a dirle:
              — Elena Burns, se non mettete in ordine i vostri cas-
           setti, se non piegate il lavoro, chiamo la signorina Scat-
           cherd.




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