Page 88 - Jane Eyre
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— Per voi, non ne dubito. Stamattina, durante le le-
           zioni, ho visto che eravate attenta; il vostro pensiero non
           pareva che vagasse allorché la signorina Miller spiegava
           la lezione e v'interrogava; il mio invece viaggia sempre.
           Quando dovrei ascoltare la signorina Scatcherd e racco-
           gliere attentamente ciò che dice, non sento neppure il
           suono della sua voce. Penso di essere nel Northumber-
           land, scambio il rumore che sento intorno a me per il
           mormorio di un ruscello, che scorreva accanto a casa

           nostra. Quando viene la mia volta, debbo uscir dal so-
           gno, ma siccome non ho ascoltato, non trovo la risposta.
              — Eppure, come avete risposto bene stamani!
              — È stato un caso; l'argomento della lettura mi piace-
           va. Invece di sognare il mio paese, ero meravigliata che
           un uomo che amava il bene potesse commettere tante
           ingiustizie e pazzie, come quel Carlo I. Pensavo che è
           triste con quella integrità e quella coscienza di non am-
           metter nulla all'infuori dell'autorità. Se fosse stato capa-
           ce di vedere l'avvenire, dove tendeva lo spirito del seco-
           lo! Eppure amo e rispetto quel povero re assassinato. I
           suoi nemici furono più colpevoli di lui: versarono un
           sangue che non avevano diritto di versare. Come potero-
           no ucciderlo?
              Elena parlava a sé stessa; aveva dimenticato che io
           non potevo capirla bene, e che ignoravo quasi l'argo-
           mento di cui trattava; la ricondussi sul mio terreno.
              — E quando vi dà lezioni la signorina Temple, conti-
           nua a vagare il vostro pensiero?




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