Page 68 - Jane Eyre
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mi chiamavo, se sapevo leggere e scrivere e cucire;
quindi mi accarezzò dolcemente il viso, dicendo:
— Spero che sarete buona, — poi mi consegnò alla
signorina Miller.
La giovane signora che avevo lasciato poteva avere
poco meno di trent'anni; quella che mi accompagnava
era un poco più giovane.
La prima mi aveva colpito per l'aspetto, per la voce e
per lo sguardo.
La signorina Miller era meno notevole; aveva la car-
nagione rossastra a macchie e il viso stanco.
La camminatura e i movimenti di lei rivelavano una
persona che è sopraccarica di lavoro; pareva una sotto-
maestra, e tale era infatti.
Ella mi condusse di stanza in stanza, di corridoio in
corridoio, attraverso una vasta casa costruita irregolar-
mente.
Un silenzio profondo, che mi sgomentava un poco,
regnava in quella parte dell'istituto, che avevamo traver-
sato.
Un mormorio di voci si udì ben presto.
Entrammo in una vasta sala. A ogni estremità vi erano
due tavole, ciascuna delle quali era illuminata da due
candele. Attorno alle tavole, sulle panche, erano sedute
tante ragazze, dai dieci ai vent'anni. Mi parvero innume-
revoli, benché arrivassero appena a ottanta.
Esse portavano tutte un'uniforme di stoffa scura e di
forma strana. Sopra al vestito avevano lunghi grembiuli
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