Page 73 - Jane Eyre
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Avevano le calze di lana, grosse scarpe da contadine con
           una fibbia d'ottone.
              Una ventina di loro erano già donne e quel vestito
           bizzarro le faceva parer tutte brutte.
              Io guardavo ed esaminavo anche le maestre. Nessuna
           di esse mi piaceva; la grande era dura, la piccina pareva
           irascibile, la francese era rude e grottesca. La signorina
           Miller poi, così rossa in viso, pareva schiacciata sotto il
           peso dei pensieri.

              A un tratto tutte le educande si alzarono, tutti gli oc-
           chi si volsero verso la porta.
              Entrava allora la signora che mi aveva ricevuto la
           sera prima.
              Ella si fermò guardando le due linee di educande gra-
           vemente.
              La signorina Miller le si avvicinò, le rivolse una do-
           manda, e, dopo aver ricevuta la risposta, tornò al suo
           posto e disse:
              — Monitrici della prima classe, portate le sfere.
              Mentre l'ordine era eseguito, la sconosciuta passeg-
           giava lentamente nella sala; non so se ho in me un istin-
           to di venerazione, ma rammento ancora il rispetto col
           quale io seguiva i passi di lei.
              Alla luce del giorno mi parve bella, alta, ben fatta; nei
           suoi occhi bruni brillava una viva benevolenza; i soprac-
           cigli ben disegnati facevano risaltare la candidezza della
           fronte e i capelli bruni erano scalati in tanti piccoli ricci
           sulle tempie.




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