Page 76 - Jane Eyre
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Non avevo parlato a nessuno e nessuno pareva si ac-
corgesse di me; ero sola, ma l'isolamento non mi pesa-
va: vi ero assuefatta.
Mi appoggiai a una delle colonne del porticato, av-
volgendomi nel mantello; cercavo di dimenticare il fred-
do e la fame che mi dilaniava.
Io passavo il tempo a esaminare e a pensare; ma le
mie riflessioni erano troppo vaghe e troppo spesso inter-
rotte, per poter essere riferite.
Sapevo appena dov'ero.
Gateshead e la mia vita passata fluttuavano dietro a
me ad una distanza incommensurabile; il presente era
vago e strano, e sul futuro non potevo far pronostici.
Mi misi a guardare il giardino, che pareva quello di
un convento, poi fissai la casa, una parte della quale era
grigia e vecchia, mentre l'altra era nuova.
Questa parte, che conteneva la sala di studio e i dor-
mitorii, aveva finestre tonde e munite di inferriata, che
le davano l'apparenza di una chiesa. Una larga pietra,
collocata sopra l'ingresso, portava questa iscrizione:
"Istituzione di Lowood: questa parte è stata
"costruita da Noemi Bockelhurst, del castello di
"Bochelhurst, in questa Contea.
"Che la nostra luce splenda dinanzi agli uomini
"affinchè possano vedere le vostre opere
"buone e glorificare vostro Padre che è in cielo." (S.
Matteo, v. 16).
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