Page 67 - Jane Eyre
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doio che conduceva in una stanza col fuoco. La donna
           mi lasciò sola.
              Rimasi dinanzi al caminetto, cercando di scaldarmi le
           mani gelate, poi volsi intorno lo sguardo. Non c'era
           lume, ma la fiamma oscillante del caminetto mi mostra-
           va a intervalli un muro coperto di carta, dei tappeti, del-
           le portiere, dei mobili di mogano brillante.
              Ero in un salotto, non così elegante come quello di
           Gateshead, ma che mi parve comodo e abbastanza bello.

              Mi studiavo di capire che cosa rappresentasse un qua-
           dro appeso al muro, quando qualcuno entrò con un
           lume; dietro vi era una seconda persona.
              La prima era una donna alta, con occhi e capelli neri,
           con la fronte spaziosa e pallida.
              Benché fosse avvolta in uno scialle, mi parve che la
           sua figura fosse nobile e grave il contegno.
              — Questa bimba è molto piccina per esser mandata
           qui sola, — disse, posando il candeliere sulla tavola.
              Per un momento mi esaminò, poi aggiunse:
              — Bisogna metterla subito a letto; è stanca. Siete
           stanca, bambina? — mi domandò, posandomi la mano
           sulla spalla.
              — Un poco, signora.
              — Avete fame, certo. Prima di mandarla a letto, date-
           le da mangiare, signorina Miller. È la prima volta che la-
           sciate i vostri genitori, per venire in pensione, piccina?
              Le risposi che non avevo genitori; mi domandò da
           quanto tempo li avevo perduti, quanti anni avevo, come




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