Page 624 - Jane Eyre
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Non evitava di parlare con me; anzi, ogni mattina mi
chiamava, e credo che l'uomo corrotto che era in lui pro-
vasse un piacere, che non divideva il puro cristiano, a
mostrare con quanta abilità poteva, parlando e operando
come al solito, togliere a ogni parola e a ogni atto l'at-
trattiva e l'interesse che vi poneva prima.
Per me non era più un uomo di carne, ma un uomo di
marmo.
Tutto questo era per me una tortura dolorosa e raffi-
nata, e mi teneva in uno stato di ardente indignazione e
di continuo dolore.
Sentivo che se fossi divenuta sua moglie, quell'uomo
buono avrebbe potuto uccidermi senza farmi uscire una
goccia di sangue e senza provare nella sua coscienza,
limpida come il cristallo, il più lieve rimorso.
Non soffriva del nostro allontanamento, non desidera-
va la riconciliazione, e ancorché le mie lagrime abbon-
danti avessero più volte bagnata la pagina su cui ambe-
due eravamo curvi, non facevano nessuna impressione
sul suo cuore di pietra e di metallo.
Qualche volta era più affettuoso che mai verso le so-
relle, perché temeva che la sua freddezza non mi con-
vincesse che mi aveva bandita, e voleva aumentare
quella differenza col contrasto. Allora certo era più catti-
vo, ma per principio. La sera precedente alla sua parten-
za per Cambridge passeggiavo sola nel giardino.
Guardandolo, mi rammentai che, nonostante la sua
durezza, mi aveva salvata la vita e che eravamo parenti,
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