Page 609 - Jane Eyre
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Saint-John si oppose assicurando che non avevo biso-
gno di distrazione, ma di lavoro, e che la mia vita aveva
bisogno di uno scopo.
Forse, guidato da questo pensiero, prolungò sempre
più le lezioni d'indostano. Non cercavo di resistergli:
non potevo. Un giorno ero più triste del solito nel co-
minciare la lezione, perché Anna mi aveva detto che c'e-
ra una lettera per me, e quel solo annunzio era bastato a
far rinascere la speranza.
Invece era una lettera di Briggs, e nel leggerla provai
un'amara delusione.
Saint-John mi chiamò per farmi leggere, ma la voce
mi mancò e le parole furono soffocate dai singhiozzi.
Saint-John non fece nessuna meraviglia della mia
commozione e non me ne domandò la causa; disse sol-
tanto:
— Jane, aspettiamo che siate più calma.
E mentre io cercavo di reprimere quel parossismo di
dolore, egli restava calmo a guardarmi, come un medico
che esamina un malato e aspetta che passi una crisi atte-
sa.
Dopo aver repressi i singhiozzi, continuai la lezione.
Quando fu terminata, Saint-John disse:
— Ora, Jane, venite a passeggiare con me.
— Chiamo Diana e Maria.
— No, oggi voglio esser solo con voi. Vestitevi, usci-
te dalla porta della cucina, prendete la via che conduce
sulla collina di Marsh-Glen; vi raggiungerò fra un mo-
mento.
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