Page 607 - Jane Eyre
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Nonostante, Saint-John abbassò la testa, e la sua bella
           faccia greca si trovò a livello della mia, i suoi occhi pe-
           netranti m'interrogarono; mi baciò.
              Non v'è bacio di marmo e di ghiaccio, se no avrei fra
           quei baci classificato quello che mi dette mio cugino.
              Dopo mi guardò per indovinare quale effetto quel ba-
           cio aveva prodotto in me.
              Sono certa di non avere arrossito; impallidii invece,
           perché mi parve che quel bacio fosse un suggello posto

           sulle mie catene.
              Da quel giorno non dimenticò mai di baciarmi e la
           gravità e la calma con cui accoglievo quella fredda di-
           mostrazione di affetto pareva che avessero per lui un
           certo fascino.
              In quanto a me, cercavo sempre più di piacergli, ma
           sempre più vedevo che, per riuscirvi, bisognava rinun-
           ziare alla mia natura, incatenare le mie facoltà, dare un
           indirizzo diverso ai miei gusti, e seguire una mèta, che
           non mi attirava punto.
              Egli mi spingeva verso le altezze che non potevo con-
           seguire, voleva vedermi sottomessa allo stendardo che
           spiegava: cosa davvero impossibile.
              Non era il suo ascendente solo che impediva in me la
           manifestazione della gioia; mi sentivo triste, una grande
           sofferenza mi rodeva. Questa sofferenza era l'attesa.
              In tutti quei cambiamenti di fortuna non avevo di-
           menticato un solo istante il signor Rochester. Il suo pen-
           siero mi perseguitava sempre, e non era come quei leg-
           gieri vapori che un raggio di sole dissipa, come uno di


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