Page 606 - Jane Eyre
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Quando le due sorelle tornarono, lo trovarono che si
           era già impossessato della sua alunna e si misero a ride-
           re.
              Trovai in lui un maestro paziente, indulgente, ma esi-
           gente, e quando vedeva d'aver fatto tutto il gran lavoro
           che mi affidava, allora approvava a modo suo.
              A poco a poco egli acquistò su di me una certa in-
           fluenza, che mi tolse ogni libertà di mente; le sue lodi
           mi riuscivano più imbarazzanti per me che la sua indif-

           ferenza.
              Non potevo parlare liberamente né ridere quando egli
           era presente, perché un istinto importuno mi avvertiva
           di continuo che ciò lo annoiava, specialmente in me.
              Sentivo bene che egli amava soltanto le occupazioni
           serie, e in presenza sua non potevo assolutamente far al-
           tro che cose serie.
              Ero dominata da una volontà potente e quando mi di-
           ceva: "Andate" andavo; "venite", venivo, "fate questo,
           fate quello," gli ubbidivo sempre, ma dentro di me mi
           ribellavo.
              Una sera le sorelle prima di andare a letto lo circon-
           darono ed egli le abbracciò ambedue; a me dette una
           stretta di mano.
              Diana, che era allegra quella sera, esclamò:
              — Saint-John, voi dite che Jane è la vostra terza so-
           rella, perché non l'abbracciate?
              Mi spinse, nel dir così, verso di lui.
              Io mi confusi e mi pareva che Diana fosse stata un
           poco ardita.


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