Page 604 - Jane Eyre
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Ben presto la felicità di Diana, di Maria e la mia ebbe
minor bisogno d'espansione e riprendemmo gli studi.
Allora Saint-John si allontanò meno da casa e mentre
noi eravamo differentemente occupate egli continuava a
imparar da sé una lingua orientale che credeva necessa-
ria al compimento del suo disegno.
Così restava tranquillo e assorto nel suo cantuccio,
ma alzava spesso gli occhi azzurri dalla grammatica e li
fissava su di noi esaminandoci.
Mi domandavo sempre il perché di quel continuo esa-
me e mi meravigliavo che ogni settimana, quando anda-
vo alla mia scuola di Morton, egli si mostrasse così sod-
disfatto.
Se nevicava o pioveva e le sue sorelle mi pregavano a
rimettere quella visita, egli al contrario m'incoraggiava a
compiere quel dovere a dispetto degli elementi.
— Jane non è debole come credete, — diceva, — ella
può sopportare il vento della montagna, la pioggia e la
neve come noi. La sua costituzione è sana ed elastica e
può lottar contro le variazioni del clima.
E quando talvolta tornavo tutta bagnata o tremante
non osavo lamentarmi, perché vedevo che gli dispiace-
va, mentre era pronto ad ammirare la fermezza.
Un giorno però non si oppose a che io rimanessi a
casa, perché ero davvero raffreddata.
Le sue sorelle andarono a Morton in vece mia ed io
ero intenta a leggere Schiller, mentre egli studiava la sua
lingua orientale.
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