Page 580 - Jane Eyre
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Rimasi colpita vedendo che la mano era patita come
           il volto; una pietà involontaria s'impossessò di me ed
           esclamai:
              — Vorrei che Diana e Maria potessero star con voi;
           non è bene di viver solo e voi trascurate troppo la vostra
           salute.
              — No, davvero, — disse, — quando è necessario mi
           curo. Sto bene, benissimo.
              Disse queste parole distrattamente, ciò che mi provò

           che egli riteneva superflua la mia sollecitudine. Tacqui.
              Egli continuava ad agitare lentamente un dito sul lab-
           bro superiore e l'occhio era fisso sul fuoco. Per rompere
           il silenzio gli domandai se gli dava noia la porta, che
           aveva dietro.
              — No, no, — mi rispose bruscamente.
              Per lasciarlo ai suoi pensieri, presi Marmion e mi misi
           a leggere.
              Egli cavò di tasca un portafoglio, vi prese una lettera,
           la lesse e ve la ripose, cadendo di nuovo in una profonda
           meditazione.
              L'orologio, suonando le otto, lo fece scuotere. Allora
           si alzò e, voltandosi a me, disse:
              — Posate il libro per un momento e accostatevi al
           fuoco.
              Ero meravigliata, e la mia meraviglia non aveva fine.
              — Una mezz'ora fa, — egli continuò, — vi ho espres-
           so la mia impazienza di udire la fine di una storia, ma
           ho riflettuto che era meglio che assumessi io la parte di
           narratore e voi di uditrice. Avanti di cominciare debbo


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