Page 579 - Jane Eyre
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— No; come vi spaventate subito! — rispose levan-
           dosi il mantello e attaccandolo alla porta, verso la quale
           sospinse la stuoia, che aveva smosso entrando; poi scos-
           se la neve dalle scarpe. — V'insudicio il pavimento,
           scusatemi, — disse; e si avvicinò al fuoco, aggiungen-
           do: — Vi assicuro che è stata una impresa ardua d'arri-
           vare fin qui. In un punto sono affondato fino alla cintola
           nella neve.
              — Ma perché siete venuto? — non potei trattenermi

           dal dirgli.
              — È una domanda poco cortese; ma siccome me l'a-
           vete rivolta, vi dirò che son venuto soltanto per parlare
           con voi; ero stanco dei libri, della solitudine della stan-
           za; del resto da ieri in poi sono nello stato di chi ha udi-
           to la metà d'un racconto ed è impaziente di saperne la
           fine.
              Egli si sedè.
              Mi ricordai la curiosa scena della sera precedente e
           cominciai a temere che fosse pazzo.
              Non avevo mai veduto i suoi bei lineamenti più simili
           al marmo che nel momento in cui s'era gettato indietro i
           capelli coperti di neve.
              Fui rattristata vedendo le traccie evidenti dei pensieri
           e dei dolori sulla sua fronte pallida.
              Aspettavo sperando che mi dicesse qualcosa che mi
           mettesse sulla via di capire.
              Ma la mano era posata sul mento e sulla bocca: pen-
           sava.




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