Page 536 - Jane Eyre
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— Lo dissi ed è quello il nome che desidero mi si dia
per il momento, ma non è il mio vero nome, e mi fa im-
pressione quando lo sento pronunziare.
— Non volete dire il vostro vero nome?
— No, temo di essere rintracciata e evito tutto quello
che può condurre alla scoperta del mio segreto.
— Avete ragione, — disse Diana. — E ora, fratello
mio, lasciatela un momento in pace.
Ma Saint-John, dopo aver riflettuto un poco, ricomin-
ciò imperturbabile col solito acume:
— Voi non vorrete accettare per lungo tempo la no-
stra ospitalità; vorrete liberarvi al più presto della com-
passione delle mie sorelle e della mia carità. (Vi sono
grato della distinzione che fate, e mi pare giusta): desi-
derate di essere indipendente da noi.
— Sì, ve l'ho già detto. Indicatemi che cosa io debba
fare, o come io debba cercar lavoro; ecco tutto quello
che chiedo. Mandatemi, se è necessario, nella più umile
casa di contadini, ma fino a quel momento permettetemi
di star qui. Mi spaventa il pensiero di ricominciare l'orri-
bile vita della vagabonda.
— Certo che potete rimaner qui, — disse Diana, po-
sandomi la mano bianca sulla testa.
— Sì, che potete, — rispose Maria nel tono sincero,
ma poco dimostrativo, che le era proprio.
— Vedo che le mie sorelle hanno piacere di trattener-
vi qui, — disse Saint-John, — come avrebbero piacere a
trattenere un uccello mezzo gelato di freddo, che un
vento invernale avesse spirato in casa. Io invece sono
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