Page 541 - Jane Eyre
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non so quali pensieri; ma che fosse turbato ed eccitato si
vedeva dalla fiamma e dalla varia dilatazione delle pu-
pille.
Credo che la natura non gli avesse concesso gli stessi
tesori di delizia che alle sue sorelle.
Una volta, una volta sola espresse in presenza mia il
fascino selvaggio delle colline circostanti e l'affetto che
nutriva per la casetta coperta di musco in cui era nato;
ma nel suo accento vi era più tristezza che piacere.
Non vantava mai il dolce silenzio che circondava le
paludi, mai enumerava le mille attrattive di pace che of-
frivano.
Era così poco comunicativo, che per diverso tempo
non potei farmi un criterio della sua intelligenza.
Cominciai a capire che cosa fosse quando lo sentii
predicare nella sua chiesa a Morton.
Non potrei rifare quel sermone; tenterò di render de-
bolmente l'effetto che produsse in me.
Fu cominciato con calma e, nonostante la facilità e
l'eloquenza dell'oratore, fu calmo fino alla fine.
Uno zelo seriamente sentito, ma represso, era rivelato
dall'accento chiaro del pastore ed eccitava la parola ner-
vosa.
Era una forza repressa, condensata, dominata.
Il cuore era trafitto come da un dardo, lo spirito era
meravigliato dalla potenza dell'oratore, ma mancava la
dolcezza nelle espressioni, nell'accento e nel pensiero.
In ogni parola vi era una strana amarezza, mai si udi-
va la dolcezza consolante: le cupe allusioni alle dottrine
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