Page 53 - Jane Eyre
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rendermene conto, che ella seminava l'avversione e il
           malvolere sulla via che stavo per percorrere. Mi vedevo
           trasformata agli occhi del signor Bockelhurst in una
           bimba falsa e mentitrice; che cosa potevo fare per lavar-
           mi da quell'accusa?
              — Nulla! nulla! — pensavo fra me, — e mi sforzavo
           di reprimere un singhiozzo, e asciugavo rapidamente al-
           cune lagrime, segno evidente di dolore.
              — La menzogna è un brutto vizio in una bambina, —

           disse il signor Bockelhurst, — e chi avrà ingannato in
           vita, sarà condannato a patire in eterno in un abisso di
           fiamme e di zolfo. Ma sarà sorvegliata; parlerò di lei
           alla signorina Temple e alle maestre.
              — Vorrei, — continuò la signora Reed, — che la sua
           educazione fosse adattata alla sua posizione, che la ren-
           dessero umile e operosa. Nelle vacanze vi chiedo il per-
           messo di lasciarla a Lowood.
              — Le vostre intenzioni sono molto sagge, signora, —
           riprese il signor Bockelhurst, — l'umiltà è virtù cristiana
           ed è necessaria sopratutto alle alunne di Lowood. Chie-
           do continuamente che si ponga ogni cura nell'ispirarla
           loro. Ho lungamente cercato i migliori mezzi per morti-
           ficare in esso il sentimento mondano dell'orgoglio, e
           l'altro giorno ho avuto una prova del mio successo.
              — La mia figlia secondogenita, — continuò dopo una
           pausa il signor Bockelhurst, — è andata insieme con sua
           madre a visitare l'Istituto, e tornando ha esclamato: "Oh
           babbo! Quelle bimbe di Lowood, come paiono tranquil-
           le e semplici, con i capelli rialzati d'oltre l'orecchio, con


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