Page 49 - Jane Eyre
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Riconobbi al fine la tetra figura, vestita di nero, che
mi stava davanti.
La parte superiore di quello strano personaggio pare-
va una maschera fissata in cima a un lungo palo.
La signora Reed occupava il suo posto consueto ac-
canto al caminetto. Mi fece cenno di avvicinarmi.
Ubbidii. E, guardando il visitatore immobile, mi pre-
sentò a lui, dicendo:
— Ecco la bambina di cui vi ho parlato.
Egli volse lentamente la testa dal mio lato, e dopo
avermi esaminato con uno sguardo inquisitore a traverso
i cigli neri e folti, mi domandò in tono solenne e a voce
bassissima quanti anni avevo.
— Dieci, — rispose la zia.
— Non pare che ne abbia tanti, — osservò in tono di
dubbio, e prolungò per alcuni minuti il mio esame; poi,
dirigendosi a me, disse:
— Come vi chiamate, piccina?
— Jane Eyre, signore.
Nel pronunziare queste parole, lo guardava.
Mi parve alto, ma mi ricordo che io allora ero molto
piccola.
I tratti di lui mi parvero molto marcati, e vi scorsi,
come nelle linee di tutta la persona, una espressione di
durezza e d'ipocrisia.
— Ebbene, Jane Eyre, siete una buona bambina?
Era impossibile rispondere affermativamente.
Quelli che mi circondavano credevano l'opposto; così
tacqui.
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