Page 45 - Jane Eyre
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Ella veniva talvolta a prendere il ditale e le forbici e a
portarmi per cena qualche pezzo di pasticcio.
Allora, mentre che io mangiavo, si sedeva accanto al
letto, e quando avevo terminato mi copriva e dicevami,
baciandomi due volte:
"Buona notte, signorina Jane."
In quei momenti Bessie mi pareva la più bella, più
dolce e la più buona creatura che fosse sulla terra, e de-
sideravo di vederla sempre così e che non mi sgridasse
più e cercasse d'impormi doveri irragionevoli, come fa-
ceva spesso.
Bessie Lee doveva essere una ragazza intelligente,
perché le riusciva tutto quello che si metteva a fare e
narrava benissimo; almeno i racconti suoi mi sono rima-
sti impressi nella mente.
Se rammento bene, doveva essere anche bellina. Era
alta, con i capelli neri e gli occhi scuri, i tratti delicati e
la carnagione bianca; ma aveva un carattere vivo e ca-
priccioso e indifferente rispetto ai grandi principii di
giustizia.
Pure, così com'era, la preferivo a tutti, a Gateshead.
Si era al quindici di gennaio e l'orologio aveva suona-
to le nove di mattina.
Bessie era scesa a colazione; le mie cugine non erano
state ancora chiamate dalla loro mamma, Eliza si mette-
va il cappello e un mantello pesante per andar nel suo
pollaio. Era quella la sua occupazione preferita, perché
dal pollaio ricavava denari, vendendo le uova alla donna
che dirigeva la casa.
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