Page 41 - Jane Eyre
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La signora fissava talvolta su di me uno sguardo se-
vero, ma non si parlava quasi mai.
Dopo la mia malattia era stata tirata una linea più pro-
fonda di demarcazione fra me e i suoi figli.
Mi era stato assegnato uno stanzino per dormirvi sola,
ero stata condannata a non mangiare più alla tavola di
famiglia ed a rimanere nella camera dei bambini, mentre
i miei cugini stavano in salotto.
Mia zia non parlava mai di mandarmi in pensione, ma
io sentivo istintivamente che ella non mi avrebbe tolle-
rata a lungo sotto il suo tetto, perché lo sguardo, che
ogni tanto fissava su me, rivelava una avversione insor-
montabile.
Eliza e Georgiana ubbidivano evidentemente agli or-
dini che erano stati dati loro, e mi parlavano il meno
possibile; John mi faceva le boccaccie ogni volta che
m'incontrava.
Un giorno tentò di percuotermi, ma vedendo che io
mi volgeva contro di lui animata dallo stesso sentimento
d'ira profonda e di disperata ribellione, che una volta si
era impossessata di me, rinunziò al tentativo e corse via,
lanciandomi improperi e urlando che gli avevo rotto il
naso.
È vero che avevo percosso con tutta la forza del pu-
gno quella parte sporgente del volto di lui, e quando mi
accorsi che la percossa e la potenza del mio sguardo lo
avevano domato, volli trarre da quel trionfo tutti i van-
taggi possibili, ma egli aveva già raggiunto sua madre e
sentii che le raccontava, con voce piagnucolosa, che
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