Page 522 - Jane Eyre
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Mangiai con piacere: il cibo era buono e non aveva
           quel sapore disgustoso che mi pareva avesse nei giorni
           precedenti, allorché avevo la febbre. Quando Anna mi
           lasciò, mi sentivo forte e animata, in paragone di quel
           che ero prima.
              Dopo qualche tempo ero sazia di riposo e desideravo
           di spiegare l'attività.
              Volli alzarmi, ma con che vestirmi? Non avevo altro
           che gli abiti sporchi di mota, con i quali mi ero stesa per

           terra sotto l'acqua.
              Mi vergognavo di presentarmi così sudicia dinanzi ai
           miei benefattori, ma quell'umiliazione doveva essermi
           risparmiata.
              Su una seggiola accanto al letto vi erano tutti i miei
           vestiti ripuliti e lindi.
              Il mio abito di seta nera era appeso al muro e non por-
           tava più traccia di fango, le pieghe formate dall'umidità
           erano sparite, insomma era un vestito decente.
              Anche le scarpe e le calze, ripulite bene, erano pre-
           sentabili. C'era nella stanza l'occorrente per lavarsi e un
           pettine e una spazzola.
              Dopo molti sforzi, seguiti da pause per riposarmi, riu-
           scii a vestirmi.
              Ero tanto dimagrata, che il vestito mi pendeva dalle
           spalle; mi ravvolsi in uno scialle per non far vedere
           quella bruttura, ed ero ormai pulita e ravviata.
              Così volevo presentarmi, perché odiavo il sudiciume
           e il disordine, che mi parevano segni di degradazione.




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