Page 510 - Jane Eyre
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Non posso dire che fossero belle; erano troppo pallide
           e troppo gravi, e mentre tenevano gli occhi sul libro mi
           parvero pensose e quasi severe. Sopra un tavolino, posto
           fra loro due, vi era un altro lume e due grossi volumi,
           che esse consultavano spesso e che confrontavano con
           quello più piccolo che tenevano in mano, come fa chi
           consulta un dizionario nel tradurre.
              La scena era così silenziosa come se tutti i personaggi
           fossero stati ombre, e quella stanza illuminata dal fuoco

           pareva un quadro.
              Il silenzio era così profondo che sentivo la cenere ca-
           dere sotto la graticola, tintinnare la pendola e battere in-
           sieme i ferri da calza.
              Così quando una voce ruppe alfine quello strano si-
           lenzio, potei udirla distintamente.
              — Sentite, — Diana, — disse una delle due studiose
           ragazze, — Frante e il vecchio Daniele sono insieme du-
           rante la notte, e Frante racconta un sogno che lo ha tur-
           bato: ascoltate!
              E a voce bassa si mise a leggere qualcosa di cui non
           capii neppure una parola, perché trattavasi di una lingua
           che non conoscevo e che non era né francese, né latino.
           Non posso dire se fosse greco o tedesco.
              — È forte, — disse quando ebbe terminato, — mi
           piace.
              L'altra ragazza, che aveva alzata la testa per ascoltare
           la sorella, ripetè, fissando il fuoco, una frase di ciò che
           era stato letto.




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