Page 505 - Jane Eyre
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Cercai lavoro, e fui respinta come prima; soffrii la
           fame e una volta sola il cibo mi passò le labbra.
              Alla porta di una casetta vidi una bimba che stava per
           gettar gli avanzi della minestra nel trogolo di un maiale.
              — Volete darmela? — le domandai. Mi fissò meravi-
           gliata.
              — Mamma! — esclamò; — c'è una donna che mi
           chiede la minestra.
              — Dagliela, — rispose una voce dall'interno. — Sarà

           una mendicante; tanto il maiale non ne ha bisogno.
              La bimba mi versò in mano la zuppa che nel freddarsi
           era diventata dura come una pasta e io la divorai avida-
           mente.
              Quando incominciò l'umido crepuscolo, mi fermai in
           un sentiero appartato, nel quale avevo camminato per
           più di un'ora.
              — Le forze stanno per abbandonarmi, — dissi a me
           stessa. — Sento che non posso andar oltre, debbo passa-
           re anche stanotte come una vagabonda? Mentre piove,
           debbo posar la testa sulla terra bagnata? Temo di non
           poter fare altrimenti perché chi mi vorrà ospitare?
              "Ma sarà orribile con questa fame, con questa debo-
           lezza, con questo freddo e con questo senso di desola-
           zione e di disperazione.
              "È probabile che muoia avanti domani.
              "E perché non dovrei riconciliarmi col pensiero della
           morte? Perché lottare per conservare una vita che non
           ha valore? Perché so che il signor Rochester vive anco-




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